La vicenda imprenditoriale di Newman & Guardia ha inizio con Arthur Samuel Newman, ingegnere londinese nato nel 1862, attivo fin dagli anni Ottanta nell’ambito degli strumenti di precisione per l’elettricità e l’ottica. Dopo aver lasciato una ditta di apparecchiature elettriche dove aveva inventato il leaf shutter per fotocamere nel 1889, Newman intraprese nel 1890 una collaborazione con il socio Frank Lindsay-Simpson per la produzione di “strumenti scientifici” di nicchia, realizzati in un piccolo laboratorio di Londra. Questa collaborazione, però, ebbe vita breve: Simpson si ritirò a fine anno .
Nello stesso 1890 Newman incontrò Julio Guardia, un uomo d’affari e appassionato fotografo naturalizzato spagnolo, con cui costituì la partnership Newman & Guardia presso un laboratorio al n. 71 di Farringdon Road, Londra. Newman si concentrava sugli aspetti ingegneristici e progettuali, mentre Guardia curava la gestione commerciale e l’espansione sul mercato . Questa prima sede permise all’azienda di affinare i meccanismi di otturatore a lamelle, che già distinguevano le fotocamere N&G per la rapidità e la precisione del tempo di scatto.
La nascita formale di Newman & Guardia come società risale al 1891, anno in cui il marchio venne registrato e la ragione sociale adottò stabilmente il nome di Newman & Guardia. Già nel corso di quell’anno si ebbe un trasferimento al n. 92 di Shaftesbury Avenue, in un edificio più grande, scelta dovuta sia all’aumento della produzione di camere a lastre sia alla volontà di affiancare al laboratorio un reparto di vendita e assistenza più accessibile ai fotografi londinesi .
Nei primi anni Novanta i modelli iniziali di N&G si caratterizzarono per corpi in legno stagionato di acero e mogano, unite a soffietti in pelle di agnello cuciti artigianalmente, garantendo un’ermeticità pronta a resistere ai rigori delle spedizioni. La carpenteria lignea era realizzata con precisione millimetrica sui torni a pantografo, con tolleranze di ± 0,02 mm nelle sedi di alloggiamento del gruppo ottico. Questi primi apparecchi montavano otturatori a tendina singola, derivati da modelli militari, e ottiche di terze parti (spesso Cooke, Ross o Dallmeyer) selezionate da Newman per la loro resa e affidabilità.
Contemporaneamente, nel 1893 l’azienda divenne Newman & Guardia Ltd, incorporando ufficialmente la struttura societaria e ampliando il capitale grazie a nuovi investitori attratti dalla qualità delle fotocamere prodotte. Tale capitalizzazione permise l’acquisto di presse per il taglio della Reichstegia (zeri metallici) usati per i meccanismi a soffietto, e di macchine per la molatura delle lastre di vetro impiegate come piani focali, un processo fino ad allora appannaggio di poche aziende tedesche .
Parallelamente alle fotocamere da lastra, Newman & Guardia iniziò a offrire accessori di sviluppo e stampa, nonché materiali sensibili con marchi propri, anticipando la fornitura integrata “camera più chimici” che sarebbe divenuta prassi negli anni successivi. Già alla fine del secolo, la ditta si stava occupando di pellicola perforata per l’industria cinematografica nascente, realizzando macchine perforatrici in grado di controllare la distanza dei fori con uno scarto massimo di 0,1 mm, un requisito essenziale per la sincronizzazione con i proiettori .
Questo primo decennio di attività pose le basi tecniche ed organizzative che avrebbero permesso a Newman & Guardia di diventare una delle realtà più rispettate della fotografia britannica, grazie alla capacità di fondere meticolosità artigianale e avanguardia meccanica fin dai suoi albori.
Espansione, modelli iconici e il periodo d’oro (1897–1906)
Con l’avvicinarsi del nuovo secolo Newman & Guardia ampliò rapidamente la propria gamma modelli, rispondendo alle richieste di una clientela esperta ed esigente. Il Nydia, introdotto intorno al 1900, fu una fotocamera folding per lastre 3¼×4¼″, 9×12 cm e 10×13 cm, dotata di soffietto a campana brevettato e meccanismo di scatto a tendina con sincronizzazione a 1/100 s, capace di ospitare lenti standard e teleobiettivi a innesto rapido. La carpenteria lignea prevedeva l’impiego di legni selezionati essiccati 24 mesi e trattati con impregnanti a base di olio di lino per garantire stabilità dimensionale in ambienti umidi.
Sempre nei primi anni del Novecento venne lanciata la linea Universal, declinata in numerosi pattern (Pattern B, Special B, Deluxe) per lastre da 4×5″ e 5×7″, caratterizzata da un sistema di piani focali intercambiabili e dorsi magnetici intercambiabili per pellicola a rullo o lastre. Questi dorsi utilizzavano molle di compressione in acciaio al carbonio temperato, regolabili tramite vite senza fine, consentendo rapidi cambi di formato sul campo senza l’uso di attrezzi .
Il Cyclops, realizzato intorno al 1908 in collaborazione con la tedesca Nettel Camerawerk, fu uno dei primi esempi di camera da ripresa con otturatore a piano focale integrato: una tendina in tessuto rinforzato con doppio rivestimento di gommalacca che garantiva sincronizzazione fino a 1/200 s, accoppiata a un montaggio Zeiss Protar lineare da 6½″ f/10. L’adozione di questa tecnologia permise di preservare il corpo macchina da vibrazioni e polvere, mentre l’otturatore veniva sostituito come un modulo, riducendo i tempi di manutenzione.
Tra i modelli più famosi spicca la Sibyl, lanciata in diverse versioni (New Ideal, New Special, Postcard, Deluxe, Excelsior). La Sibyl era una fotocamera a lastre 2½×3½″ con riflettore frontale integrato e possibilità di montare un mirino Galilean o un telemetro ottico su bracci regolabili. Le superfici metalliche erano in ottone nichelato, lavorato con tornio a controllo manuale, mentre i soffietti adottavano una particolare cucitura a punto americano che garantiva giunzioni sterili al 100%. Una Sibyl dotata di lente Taylor, Taylor & Hobson Cooke Series III F:4½″ fu persino impiegata dal fotografo ufficiale della Royal Photographic Society, che ne elogiò la precisione di messa a fuoco fino a 30 cm dal soggetto.
La versatilità dei modelli Newman & Guardia permise l’adozione da parte di spedizioni polari e missioni esplorative: uno dei primi modelli N and G Kinematograph del 1897 – una cinecamera portatile a manovella con magazzino per rullo da 35 mm – venne venduto immediatamente alla spedizione di Sir George Newnes nell’Antartide, a testimonianza della robustezza costruttiva e dell’affidabilità in condizioni estreme .
Nel frattempo la ditta espanse i propri laboratori dedicati alla perforazione di pellicola e alla stampa di materiale fotografico, diventando uno dei primi fornitori integrati di camere, obiettivi e materiali di consumo per studi professionali. Tra il 1899 e il 1905 vennero introdotti servizi di sviluppo in camera oscura con vasche a temperatura controllata e progettazione di ingranditori su base mobile, capaci di gestire formati fino a 8×10″.
La parabola d’oro fu purtroppo interrotta dalla morte improvvisa di Julio Guardia nel 1906. Newman, pur mantenendo una partecipazione azionaria e i diritti sui suoi progetti di otturatori, si ritirò dalla direzione operativa, dando avvio a una fase di gestione transitoria da parte di consiglieri esterni, prima dell’arrivo di nuovi soci nel 1909 .
Modelli specialistici e declino (1906–1959)
Dopo il 1906 la Newman & Guardia rimase attiva grazie a un team tecnico che continuò a sviluppare varianti dei modelli chiave. Tra il 1909 e il 1912 venne messa a punto una reflex a soffietto nota come “Newman & Sinclair Reflex Camera”, risultato della collaborazione tra Arthur Newman e James A. Sinclair, che introdusse il pentaspecchio interno e un sistema di avanzamento pellicola a ghiera modulare, precursore dei motori a manovella per reflex .
Nel 1912 Newman partecipò allo sviluppo di una fotocamera aerea disegnata da Kasimierz Proszynski, una macchina leggera in lega di magnesio con meccanismo di scatto ad aria compressa, destinata all’osservazione topografica e militare. Questo apparecchio, prodotto in serie limitata, montava un otturatore a lamelle a pressione variabile e un obiettivo anastigmatico da 10 cm f/4, impiegato anche durante la Prima guerra mondiale da ricognitori e fotografi ufficiali .
Tra gli anni Venti e Quaranta l’azienda mantenne la produzione di versioni aggiornate di Nydia, Cyclops e Sibyl, aggiungendo modelli per pellicola perforata e dorsi a caricatore rapido per pellicola 120. Questi dorsi, dotati di bobine intercambiabili e guide in ottone fosforoso, consentivano di sostituire il film sul campo senza compromettere il piano focale: un’innovazione adottata solo da poche case inglesi dell’epoca.
La reputazione di robustezza arrivò al picco durante la spedizione polare del Capitano Scott (1910–1913), che utilizzò fotocamere Sibyl rinforzate con pannelli antighiaccio e soffietti protetti con guarnizioni in lattice, sviluppate su indicazione diretta di fotografi d’esplorazione .
Con il secondo dopoguerra, la domanda di fotocamere a banco e specialisti calò drasticamente di fronte alla concorrenza giapponese. Newman & Guardia tentò di rilanciarsi con modelli economici per uso amatoriale, come la “Baby Sibyl” per pellicola 4×6 cm in bachelite, ma senza successo commerciale .
La chiusura definitiva avvenne nel 1959, dopo oltre sessant’anni di attività continuativa. Il marchio Newman & Guardia rimase un punto di riferimento per la qualità costruttiva e le soluzioni tecniche d’avanguardia, e molti dei suoi modelli – in particolare Nydia, Cyclops e Sibyl – sono tuttora ricercati dai collezionisti e studiati dagli storici per l’eccellenza dei materiali e dei meccanismi impiegati.