Il percorso che conduce alla nascita di Meopta affonda le radici nei primi anni del Novecento, in un contesto europeo ricco di fermenti tecnici e d’innovazione nel campo dell’ottica e della fotografia. L’avventura imprenditoriale comincia idealmente nel 1907, quando la Optische Anstalt C. P. Goerz Aktiengesellschaft di Berlino istituisce uno stabilimento secondario a Bratislava, noto come C. P. Göerz Bratislava, dedicato alla produzione di lenti e componenti ottici di alta precisione. Parallelamente, nella città di Přerov, attiva sin dall’immediato dopoguerra, opera la piccola officina Optikotechna Přerov, specializzata nella costruzione di apparecchi per camera oscura e attrezzature da laboratorio, nate dall’ingegno di artigiani locali capaci di adattare tecnologie tedesche e francesi alle esigenze del mercato cecoslovacco.
L’evoluzione verso una realtà industriale prende forma nel 1933, quando l’ingegnere Alois Beneš e il fisico Alois Mazurek fondano formalmente la Optikotechna a Přerov. In questo nuovo ente si fonde l’esperienza artigianale di Optikotechna Přerov con la tradizione tecnica del ramo Bratislava della Goerz, dando vita a un’impresa che vanta competenze avanzate nella progettazione di ingranditori fotografici, ottiche da ingrandimento e strumentazioni da camera oscura. L’attività iniziale si concentra sulla realizzazione di proiettori per negativi e di sistemi ottici per la stampa tipografica di alta qualità, frutto delle prime sperimentazioni di Mazurek con le geometrie delle lenti collimate e con materiali di vetro a bassa dispersione.
Durante i primi anni, ogni fase di produzione – dalla fusione del vetro all’incisione dei profili ottici – viene curata direttamente nello stabilimento di Přerov. Le apparecchiature impiegate rispecchiano fedelmente il know-how trasmesso dalla Goerz berlinese, pur arricchite da innovazioni locali, quali l’impiego di rivestimenti antiriflesso basati su miscele di ossidi metallici sviluppate in loco. I prototipi di ingranditori presentano camere di sviluppo a temperatura controllata con termostati meccanici, mentre le ottiche di proiezione vengono sagomate per garantire un’illuminazione uniforme dell’intero negativo.
La crescente domanda, sia da parte dei fotografi amatoriali avanzati sia da laboratori professionali, spinge già verso la metà degli anni Trenta a implementare un ampliamento degli spazi produttivi. Oltre alle sale dedicate alla lavorazione del vetro, si aggiungono officine per la molatura e la lucidatura delle lenti, dotate di macchine a controllo manuale e di strumenti ottici di verifica basati su metodi interferometrici primordiali. Questo livello di rigore metrologico anticipa di diversi anni la diffusione dei più celebri test di Abbe e di interferometro a doppia lunghezza d’onda, sottolineando l’orientamento all’eccellenza tecnico-scientifica che caratterizzerà la futura Meopta.
Espansione e produzione bellica (1933–1945)
La data del 1935 segna una svolta per la Optikotechna: grazie a un accordo governativo, l’azienda inizia a fornire alla Czechoslovak Army sistemi ottici destinati all’impiego bellico. Questi prodotti includono binocoli a prisma di porro, mirini di precisione per artiglieria leggera e lenti di ricambio per strumenti di sorveglianza notturna. Il coinvolgimento nel comparto militare porta numerose risorse finanziarie, incentivando la costruzione di un nuovo stabilimento finanziato dall’impresa statale Zbrojovka Brno, celebre per la produzione di armi leggere. Nel sito di Brno vengono installate linee di assemblaggio per ottiche di massima precisione, dove la forgiatura di lenti e specchi segue protocolli basati su saldature a bassa tensione interna e su trattamenti termici in forni controllati da tubi di vuoto.
Con le difficoltà geopolitiche dell’epoca, a partire dal 1939 l’officina di Přerov viene sottoposta a stretto controllo dall’amministrazione tedesca, venendo costretta a convertire parte della propria produzione verso equipaggiamenti militari per il Wehrmacht. In tale periodo, il catalogo comprende occhiali telescopici con reticolo inciso al diamante, componenti ottici per periscopi e prismi a specchio piano-inclinato, nonché strumenti per la calibratura di sistemi di puntamento. Nonostante la pressione bellica, alcuni ingegneri di Optikotechna continuano a lavorare in segreto sul progetto di una fotocamera biottica, mutuando il meccanismo a specchio svelato dalla Rolleiflex tedesca: il risultato è la prima Flexette, un modello 6 × 6 che inaugura la tradizione delle twin-lens reflex prodotte localmente. Questo apparecchio si contraddistingue per la robustezza del corpo macchina in lega leggera e per la duplice ottica comparabile, montata su una torretta girevole che facilita l’inquadratura.
La Flexette, pur ideata in un contesto bellico, progetta un nuovo capitolo nella storia dell’ottica cecoslovacca: il gruppo ottico frontale, composto da obiettivi con apertura massima f/3.5, è calibrato per garantire una nitidezza uniforme sul formato quadrato, mentre il meccanismo di cambio delle lastre, brevettato internamente, permette un’operatività rapida anche in condizioni critiche. Non si limita alla sola produzione militare: l’azienda riserva un contingente di macchine per fotografi professionisti, consolidando così una reputazione di elevata affidabilità tecnica. Lo stile narrativo dei manuali di istruzione, redatti dallo stesso Mazurek, espone con linguaggio divulgativo i passi per l’utilizzo corretto dell’emulsione al collodio umido e per la calibrazione della messa a fuoco tramite micrometria, facendo emergere un approccio didattico di grande chiarezza.
Nazionalizzazione e rinascita Meopta (1945–1970)
Al termine della Seconda guerra mondiale le strutture produttive di Přerov e di Brno passano sotto il controllo dello Stato cecoslovacco. L’azione di nazionalizzazione porta alla fusione delle varie officine ottiche sotto un’unica entità industriale denominata Meopta, acronimo di “MEchanika, OPtika, Telemeterie a Analoghe”. Quest’acronimo riflette l’intenzione di unire il meglio della meccanica di precisione con il sapere ottico e con i nuovi sviluppi nei sistemi di misurazione a distanza. Gli sforzi iniziali si concentrano sul restauro e sull’adeguamento dei vecchi reparti, tesi a rilanciare la produzione di ingranditori Opemus, noti per i loro condotti luminosi regolabili e per i banchi ottici con contrappesi calibrati.
Durante gli anni Cinquanta il reparto di ricerca interna di Meopta sviluppa soluzioni all’avanguardia per la proiezione cinematografica: nascono così i modelli Meopton, tra cui spicca il Meopton 4, presentato all’Expo di Bruxelles del 1958 e premiato con medaglia d’oro. Questo proiettore, basato su un sistema di raffreddamento con ventilazione tangenziale e su ottiche asferiche multiple, garantisce un flusso di luce uniforme per pellicole fino a 35 mm di larghezza, riducendo al minimo aberrazioni e cali di intensità ai bordi dello schermo. Nella costruzione del Meopton 4 si applicano leghe di alluminio a basso peso molecolare e vernici resistenti alle alte temperature generate dalla lampada a incandescenza gigante da 3 kW.
Accanto al settore cinematografico riprende vigore la produzione di fotocamere biottiche con la rinomata serie Flexaret. Ogni iterazione – dalla Flexaret I fino alla Flexaret VII – introduce miglioramenti tecnici tangibili: diaframmi a lamelle più resistenti, otturatori a tendina in tessuto metallico e rulli di avanzamento pellicola a scatto continuo. Il cuore di queste macchine risiede in un caleidoscopio di ingranaggi temperati in acciaio al cromo-vanadio, in grado di mantenere una sincronia perfetta fra specchio reflex e otturatore frontale. Apprezzate per la rapidità di scatto (fino a 1/500 s) e per la resa cromatica, le Flexaret diventano simbolo di eccellenza nei Paesi dell’Est europeo: il celebre fotografo Jan Saudek le utilizza negli anni Sessanta e Settanta per i suoi ritratti intensi, lodandone l’affidabilità e la resa tonale
Le capacità produttive di Meopta si estendono anche agli occhiali protettivi per settori industriali e alle ottiche per binocoli civili, grazie a investimenti in nuovi torni di precisione e a sistemi di rettifica controllati da scale graduate, che migliorano la tolleranza dimensionale fino a ±2 μm. Questo livello di qualità favorisce contratti con agenzie fotografiche e istituti scientifici, mentre il marchio Meopta inizia a comparire sui mercati di Germania dell’Ovest e Scandinavia grazie a distributori specializzati.
Diversificazione, privatizzazione e modernizzazione (1970–oggi)
Con l’avvento degli anni Settanta Meopta si trova a dover coniugare la tradizione ottica con le nuove esigenze militari del Patto di Varsavia. Nel reparto di Difesa vengono sviluppati mirini stabilizzati per elicotteri d’attacco, lenti di puntamento per artiglieria e oculari ad elevata trasmissione per telescopi da osservazione a lungo raggio. Le ottiche militari sono caratterizzate da trattamenti superficiali antiappannanti a base di composti siliconici e da sistemi di messa a fuoco a bignolo che consentono regolazioni micrometriche anche in condizioni estreme.
Con la dissoluzione del blocco sovietico, Meopta affronta la privatizzazione nel 1992. Un gruppo di manager locali e investitori internazionali acquisisce il controllo, dando inizio a un processo di ristrutturazione volto a mantenere la leadership tecnologica. Nel settore consumer l’azienda rilancia la produzione di macchine fotografiche con modelli di piccolo formato, quali le Opema I e II, caratterizzate da ottiche Pancro cromate e da sistemi di avanzamento pellicola semi-automatici, e la compatta Optineta, dotata di otturatore elettronico e esposimetro integrato.
Nel catalogo emergono anche proposte di medio formato: la Milona 6 × 6, contraddistinta da lenti Tessar aggiornate con vetro ad alto indice di rifrazione, e la serie di microcamere Mikroma per pellicola 16 mm, utilizzate soprattutto in ambito documentario e scientifico. Un capitolo a parte merita la Magnola, una fotocamera grande formato 13 × 18 cm, dotata di soffietto vegana e telaio regolabile con madreviti elicoidali a 30 passi per millimetro, apprezzata da fotografi architettonici per la distorsione quasi nulla.
Parallelamente, Meopta incrementa l’offerta di ingranditori professionali, tra cui l’Opemus IV, uno strumento con illuminazione regolabile su tre angoli di luce e rulli calibrati con contrappesi lineari, che ha accompagnato numerosi fotografi emergenti nella propria prima esperienza in camera oscura, grazie a un rapporto qualità-prezzo particolarmente competitivo. Macchine di questo tipo dimostrano la vocazione di Meopta a coniugare precisione ingegneristica e accessibilità economica.
Ormai integrata nel panorama globale, l’azienda continua a sviluppare ottiche di precisione per settori diversificati, dalla strumentazione medica alla microelettronica, confermando una capacità di innovazione che riprende e rinnova l’esperienza artigianale dei pionieri di Přerov. La gamma attuale comprende obiettivi per macchine digitali a grande risoluzione, binocoli da birdwatching con vetro California Flint, e sistemi di visione artificiale per linee di assemblaggio robotizzate.