mercoledì, Aprile 2, 2025

La prima fotografia della storia

La prima fotografia della storia, conosciuta come “Vista dalla finestra a Le Gras”, rappresenta una pietra miliare nel campo della fotografia e della tecnologia dell’immagine. Realizzata nel 1826 o 1827 da Joseph Nicéphore Niépce, questa immagine segna l’inizio della possibilità di catturare e conservare permanentemente una scena reale su un supporto fisico. La prima fotografia, in inglese intitolata  “View from the Window at Le Gras”, mostra il cortile della proprietà di Niépce a Le Gras, in Francia. L’immagine è un’ombra negativa del paesaggio originale, con il sole che illumina i tetti e le ombre che coprono le aree in basso.

Per comprendere appieno l’importanza di questa realizzazione, è essenziale esaminare il contesto storico e le premesse tecniche che hanno portato a questo risultato. Nel XIX secolo, l’Europa era attraversata da una fervente attività scientifica e industriale. Le scoperte nel campo dell’ottica e della chimica stavano aprendo nuove possibilità per la rappresentazione visiva. La camera oscura, un dispositivo ottico noto fin dall’antichità, proiettava immagini del mondo esterno su una superficie, ma mancava un metodo per fissare permanentemente queste immagini.​

Niépce, un inventore francese, si dedicò alla ricerca di un processo che permettesse di catturare queste immagini in modo duraturo. La sua sperimentazione lo portò a sviluppare l’eliografia, un procedimento che utilizzava materiali fotosensibili per registrare immagini.

Il processo eliografico: innovazioni tecniche e materiali utilizzati

L’eliografia, termine derivato dal greco “hélios” (sole) e “graphìa” (scrittura), rappresenta il primo procedimento fotografico conosciuto per la riproduzione permanente di immagini. Niépce iniziò le sue sperimentazioni utilizzando il cloruro d’argento, noto per la sua fotosensibilità, ma incontrò difficoltà nel fissare l’immagine ottenuta, poiché il cloruro d’argento continuava a scurirsi se esposto alla luce dopo lo sviluppo.

Successivamente, Niépce si orientò verso l’uso del bitume di Giudea, una forma di asfalto naturale. Questo materiale ha la proprietà di indurirsi quando esposto alla luce, diventando insolubile in solventi organici. Niépce ricoprì una lastra di peltro (una lega metallica composta principalmente da stagno) con uno strato sottile di bitume di Giudea disciolto in olio di lavanda. Dopo l’essiccazione, la lastra veniva inserita in una camera oscura e esposta alla luce per diverse ore. Le aree esposte alla luce si indurivano, mentre quelle non esposte rimanevano solubili. Successivamente, la lastra veniva lavata con una miscela di olio di lavanda e petrolio bianco, rimuovendo il bitume non indurito e rivelando l’immagine.

Questo processo richiedeva tempi di esposizione molto lunghi, stimati tra le 8 e le 12 ore, rendendo difficile la cattura di scene con elementi in movimento. Tuttavia, l’eliografia rappresentò un passo fondamentale verso lo sviluppo di processi fotografici più efficienti.

La realizzazione di “Vista dalla finestra a Le Gras”: dettagli tecnici e compositivi

“Vista dalla finestra a Le Gras” è considerata la prima fotografia permanente mai realizzata. L’immagine mostra il panorama visibile dalla finestra della residenza di Niépce a Saint-Loup-de-Varennes, in Francia. La composizione include edifici, alberi e il cielo, con dettagli resi in modo sfumato a causa delle limitazioni tecniche dell’epoca.

La lastra utilizzata da Niépce misurava circa 16,2 x 20,2 cm ed era realizzata in peltro. Lo strato di bitume di Giudea applicato sulla superficie aveva uno spessore uniforme, ottenuto attraverso una stesura accurata della soluzione fotosensibile. La lunga esposizione necessaria per catturare l’immagine era dovuta alla bassa sensibilità del materiale fotosensibile e all’intensità limitata della luce naturale disponibile.

Preparazione della Lastra

Niépce preparava le lastre applicando una sottile strato di bitume di Giudea dissolto in olio di lavanda. Questa soluzione veniva stesa su una lastra di metallo o pietra litografica con un tampone di pelle morbida. La lastra veniva poi asciugata e posta in una camera oscura per catturare l’immagine.

Esposizione e Sviluppo

L’esposizione avveniva lasciando la lastra esposta alla luce del sole per un lungo periodo. Dopo l’esposizione, la lastra veniva trattata con una miscela di olio di lavanda e petrolio per rimuovere il bitume non indurito, rivelando l’immagine.

Dopo l’esposizione, Niépce trattò la lastra con una miscela di olio di lavanda e petrolio bianco per rimuovere il bitume solubile dalle aree in ombra. Questo processo rivelò l’immagine, che appariva come un’ombra negativa del paesaggio originale. La lastra venne poi lavata e asciugata per fissare l’immagine, creando la prima fotografia permanente della storia.

Conservazione e riconoscimento dell’opera: il viaggio attraverso il tempo

Dopo la sua realizzazione, “Vista dalla finestra a Le Gras” rimase relativamente sconosciuta per molti anni. Nel 1827, Niépce portò la lastra a Londra e la presentò all’illustratore botanico Francis Bauer, che la conservò fino alla sua morte nel 1840. Successivamente, l’opera passò attraverso diverse mani fino a cadere nell’oblio.

Nel 1952, lo storico della fotografia Helmut Gernsheim riscoprì la lastra e la inserì nella sua collezione, contribuendo a riconoscere Niépce come l’inventore della fotografia. Oggi, l’originale è conservato presso l’Harry Ransom Center dell’Università del Texas a Austin, dove è esposto in condizioni controllate per garantirne la conservazione.

Studi scientifici condotti negli anni 2000 hanno confermato la composizione della lastra e del materiale fotosensibile utilizzato, fornendo una comprensione più approfondita delle tecniche impiegate da Niépce.

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