La fotografia stereoscopica, o 3D, funziona perché è in grado di ricreare l’illusione della profondità. Gli occhi umani sono posti a circa due pollici e mezzo di distanza; quindi, ogni occhio vede un’immagine in modo leggermente diverso. Se si scattano due fotografie separate alla stessa distanza, con un visore adatto è possibile ricreare l’illusione della profondità.
È una sorpresa per molti sapere che l’idea della stereoscopia ha preceduto la fotografia. Disegni binoculari furono fatti da Giovanni Battista della Porta (1538-1615), mentre circa nello stesso periodo Jacopo Chimenti da Empoli (1554-1640) produsse disegni affiancati che indicavano chiaramente la sua comprensione della visione binoculare.
Nel 1613 il gesuita Francois d’Aguillion (1567-1617), nel suo trattato, coniò la parola “stéréoscopique”. I primi passi pratici per dimostrare la teoria con la costruzione di attrezzature per lo scopo non hanno avuto luogo fino al 1800. Anche se molti associano Brewster all’invenzione, fu Sir Charles Wheatstone che, nel giugno 1838, tenne un discorso alla Royal Scottish Society of Arts sui fenomeni della visione binoculare. Nel descrivere l’apparecchiatura ha detto: “Io […] propongo che sia chiamato Stereoscopio, per indicare la sua proprietà di rappresentare figure solide“.
Le basi teoriche, quindi, furono gettate da Charles Wheatstone, che dimostrò come il cervello potesse unire due immagini leggermente differenti per creare un’illusione tridimensionale. Wheatstone ideò uno strumento chiamato “stereoscopio” che permetteva agli osservatori di visualizzare due immagini separate, contribuendo a creare una percezione tridimensionale. Tuttavia, la tecnologia fotografica dell’epoca non era ancora all’altezza di catturare immagini stereoscopiche, e l’apparecchio realizzato da Wheatstone, un prototipo estremamente rudimentale, è tutt’ora conservato al Museo della Scienza di Londra. Dovranno passare undici anni prima che Sir David Brewster descriva una macchina fotografica binoculare, e si comincino a produrre le prime fotografie stereoscopiche.
Come accennato, molti associano a Brewster la paternità della stereofotografia ed il motivo è da ricercarsi nel suo contributo fondamentale: nel 1841 Sir David Brewster, fisico scozzese, contribuì allo sviluppo delle fondamenta della stereoscopia con l’introduzione del “prisma Brewster“, un dispositivo che permetteva di separare le immagini catturate da due lenti diverse. Questo dispositivo, utilizzato in combinazione con un “loupe”, forniva una visione tridimensionale dell’immagine. Tuttavia, la sfida principale rimaneva la cattura di immagini di qualità.
I primi lavoratori in questo campo includono Fenton, che scattò fotografie in Russia, quando vi visitò nel 1852, e Jules Duboscq, che fece stereoscopi e dagherrotipi stereoscopici. Duboscq a sua volta fece sì che Antoine Claudet si interessasse alla stereoscopia; infatti, fu Claudet a brevettare gli stereoscopi nel 1853.
Lo stereoscopio decollò alla grande quando la regina Vittoria e il principe Alberto ne osservarono uno alla mostra al Crystal Palace, e Brewster le regalò uno stereoscopio fatto da Duboscq. Questo segnò l’inizio di un enorme commercio di stereoscopi e immagini; si stima che verso la metà degli anni ’50 più di un milione di case ne possedevano uno. Uno dei venditori di maggior successo di carte stereoscopiche fu George Nottage, più tardi Lord Mayor di Londra, i suoi cataloghi elencavano più di centomila immagini.
Il processo più comune per fare carte stereoscopiche era quello dell’albumina, essendo molto rare le immagini al dagherrotipo. Una gran varietà di visori divenne disponibile, dal semplice visore Holmes, mostrato qui, ai visori a mobiletto che potevano immagazzinare una cinquantina di positivi.
Un modo diverso di vedere le immagini è il processo anaglifo, che fu sviluppato da Ducos Du Hauron, ed era un metodo per stampare due immagini su un foglio. Il processo è ancora oggi abbastanza popolare. La London Stereoscopic and Photographic Company nacque nel 1850 e continuò per circa settant’anni. La loro produzione fu colossale; elencarono più di centomila fotografie stereoscopiche nel loro catalogo del 1858. In generale tendevano ad essere vedute, più alcuni ritratti di scene comiche.
La Stereoscopic Society fu fondata nel 1893, ed è una delle due società operanti in Gran Bretagna che continuano a promuovere questa forma di fotografia. Ed esiste ancora.
A proposito, l’evoluzione della fotografia stereoscopica è ben lungi dall’essere giunta a termine. Nell’attuale panorama tecnologico, la fotografia stereoscopica sta vivendo una fase di rinascita e rinnovamento grazie alle avanzate tecnologie di realtà virtuale (VR) e aumentata (AR). Questi ambiti stanno aprendo nuovi orizzonti creativi e consentendo una rappresentazione ancora più coinvolgente e immersiva delle immagini tridimensionali.
La realtà virtuale ha introdotto una nuova dimensione nell’esperienza visiva, consentendo agli utenti di immergersi completamente in mondi virtuali e interagire con oggetti e ambienti tridimensionali. La fotografia stereoscopica trova in queste tecnologie un terreno fertile per esprimersi in modi mai visti prima. Le immagini tridimensionali possono essere catturate e visualizzate attraverso dispositivi di realtà virtuale, permettendo agli spettatori di esplorare spazi virtuali con una profondità che sfida la percezione tradizionale.
D’altra parte, la realtà aumentata ha il potenziale per integrare elementi tridimensionali nelle scene reali, sovrapponendo il virtuale al mondo fisico. Questo apre un mondo di possibilità per creare esperienze interattive e informative che uniscono l’arte della fotografia stereoscopica alla tecnologia moderna. Gli oggetti tridimensionali possono essere posizionati nello spazio reale, consentendo agli utenti di esaminarli da ogni angolazione possibile.
Le applicazioni di questa rinascita della fotografia stereoscopica sono molteplici e promettenti. Dalla documentazione accurata di luoghi e oggetti per scopi educativi e culturali, all’arte e al design che sfruttano l’illusione di profondità per catturare l’attenzione dello spettatore, le tecnologie di realtà virtuale e aumentata stanno dando vita a nuove modalità di espressione visiva.
Queste nuove prospettive creative stanno rivoluzionando anche il settore commerciale e industriale. La fotografia stereoscopica utilizzata in combinazione con la realtà virtuale e aumentata sta influenzando l’architettura, il design di prodotti, la medicina e molti altri settori. Le simulazioni tridimensionali e immersive consentono una pianificazione più accurata e dettagliata, oltre a migliorare l’esperienza dell’utente finale.