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Jamin & Darlot

La storia della Jamin & Darlot inizia nel 1822, quando Jean Théodore Jamin avviò a Parigi un’attività di produzione di strumenti ottici, inizialmente focalizzata su microscopi e telescopi. La svolta avvenne nel 1839, con l’annuncio del dagherrotipo di Louis Daguerre: Jamin, già affiliato come licenziatario ufficiale del brevetto, riconvertì parte della produzione verso lenti per fotografia, diventando uno dei primi fornitori europei. Nel 1855, Alphonse Darlot, ex apprendista del rinomato ottico Noël Marie Paymal Lerebours, entrò in società, dando vita al marchio Jamin & Darlot. La partnership sfruttò la competenza di Darlot nella lavorazione del vetro ottico e la rete commerciale di Jamin, già consolidata tra gli studiosi parigini.

Nel 1860, con il ritiro di Jamin, Darlot assunse il controllo totale, rinominando l’azienda Darlot Opticien ma mantenendo temporaneamente la doppia denominazione sui prodotti per ragioni di continuità commerciale. Lo stabilimento principale, situato al 14 rue Chapon, fu ampliato nel 1877 con il trasferimento in Boulevard Voltaire 125, dove vennero introdotti torni a vapore per la lavorazione delle lenti. La produzione si concentrò su tre linee: obiettivi Petzval per ritratti, ottiche Hemispherique per paesaggi e accessori come filtri e otturatori pneumatici.

Un aspetto poco noto riguarda la gestione della forza lavoro. Darlot assunse artigiani specializzati dalla Germania e dalla Svizzera, paesi all’avanguardia nella tecnologia ottica, istituendo turni di 10 ore e salari superiori alla media parigina. Questo approccio garantì una qualità costante, con tolleranze di lavorazione inferiori a 0,01 mm, necessarie per gli obiettivi a grande apertura.

Innovazioni tecniche e design ottico

Il contributo tecnico più significativo di Jamin & Darlot fu l’adattamento e il perfezionamento dell’obiettivo Petzval, progettato originariamente dal matematico austriaco Joseph Petzval nel 1840. La versione Jamin & Darlot, commercializzata dal 1855, presentava un doppietto anteriore cementato (due lenti incollate con balsamo del Canada) e un doppietto posteriore separato, ottimizzato per ridurre l’aberrazione sferica. Con un’apertura massima di f/3.7 e una lunghezza focale di 240 mm, questo obiettivo permetteva tempi di posa di 15-20 secondi per i ritratti, contro i 2-3 minuti delle lenti semplici in uso all’epoca.

Nel 1855, Jamin introdusse il Cone Centralisateur, un cono nero posizionato tra i gruppi ottici posteriori. Realizzato in ottone annerito, questo componente riduceva i riflessi interni deviando la luce parassita lontano dal piano focale, migliorando il contrasto dell’immagine. Il sistema, brevettato nel 1856, divenne uno standard per gli obiettivi Petzval europei e ispirò soluzioni simili in produttori come Voigtländer e Ross.

Oltre ai ritratti, Jamin & Darlot sviluppò obiettivi per paesaggi, tra cui l’Hemispherique Rapide (1862), caratterizzato da un angolo di campo di 85° e un’apertura f/16. Questo modello utilizzava un doppietto acromatico invertibile: ruotando il gruppo frontale, si poteva passare da una configurazione per ritratti (fuoco morbido) a una per paesaggi (massima nitidezza). La regolazione era indicata dalle incisioni “vis portrait” e “vis paysage” sulla filettatura, una funzionalità poi copiata da Dallmeyer e Hermagis.

Nel 1870, Darlot brevettò un otturatore a tendina in seta gommata, azionato da una molla a spirale, capace di raggiungere 1/100 di secondo. Integrato negli obiettivi Studio No. 5, questo meccanismo permetteva di congelare il movimento nei ritratti dinamici, un’innovazione rivoluzionaria per l’epoca.

Modelli iconici e specifiche tecniche

Tra i modelli più celebri spicca la serie Cone Centralisateur, prodotta dal 1855 agli anni 1890. L’obiettivo tipo No. 3 per formati 18×24 cm presentava un diametro frontale di 75 mm e un peso di 2,1 kg, con una messa a fuoco tramite cremagliera dentata. La versione No. 5 (1872) introdusse un diaframma a iride a 6 lamelle, regolabile da f/3.7 a f/16, mentre il No. 7 (1880) includeva un sistema di tilt per correggere la prospettiva nelle architetture.

Per il mercato americano, Jamin & Darlot collaborò con il distributore Benjamin French & Co. di Boston, che rivendeva gli obiettivi sotto il proprio marchio. Il modello B.F. & Co. Rapid Rectilinear (1890) era una variante dell’Hemispherique con lenti trattate al fluoruro di magnesio per ridurre i riflessi, una delle prime applicazioni di coating antiriflesso nella storia ottica.

Un altro prodotto innovativo fu l’Obiettivo Universale (1885), progettato per fotocamere stereoscopiche. Con due gruppi ottici indipendenti allineati su un’unica barra, permetteva di scattare immagini 3D con basculaggio e decentramento, anticipando le ottiche tilt-shift moderne. La distanza interasse di 65 mm era regolabile tramite una leva micrometrica, con una precisione di 0,5 mm.

Espansione commerciale e declino

Grazie alla partnership con Benjamin French, Jamin & Darlot penetrò il mercato statunitense, dove i suoi obiettivi erano considerati un’alternativa economica ai costosi prodotti tedeschi. Il prezzo di un Petzval Cone Centralisateur nel 1880 era di 85 franchi (circa 17 dollari), contro i 200 franchi di un equivalente Voigtländer. Cataloghi dell’epoca mostrano che il 40% della produzione era destinato agli USA, il 30% alla Gran Bretagna e il resto all’Europa continentale.

Tuttavia, l’ascesa dei produttori tedeschi come Carl Zeiss e la mancata transizione verso ottiche anastigmatiche segnarono il declino dell’azienda. Alla morte di Alphonse Darlot nel 1895, la vedova vendette lo stabilimento a L. Turillon, che continuò la produzione su piccola scala fino al 1910, concentrandosi su obiettivi per proiettori e strumenti scientifici.

Nonostante la chiusura, l’eredità tecnica di Jamin & Darlot sopravvisse in modelli come la Serie VII della Kodak (1903), che riutilizzava il design Hemispherique, e nelle ottiche per cineprese Pathé degli anni ’20, basate sul Petzval modificato.

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