mercoledì, Aprile 9, 2025

Il processo Tintype (1860 – 1900)

Il tintype, noto anche come ferrotipo, è una variante prodotta su un foglio metallico anziché su vetro. Questo processo fu introdotto da Adolphe Alexandre Martin nel 1853 e divenne immediatamente popolare, specialmente negli Stati Uniti, sebbene fosse largamente utilizzato anche dai fotografi di strada in Gran Bretagna.

Storia e Popolarità

Il tintype utilizza lo stesso processo al collodio o lastra umida inventato nel 1851, che divenne famoso per la produzione di negativi e ambrotipi su lastre di vetro. Grazie ai costi inferiori, ai tempi di esposizione più brevi e alla maggiore durata, i tintypes superarono sia i dagherrotipi che gli ambrotipi per la fotografia di ritratto.

Shakespeare, N. Orleans, a Jamaica Negro whole-plate tintype, trimmed; ca. 1871 by an unknown photographer The Historic New Orleans Collection
Shakespeare, N. Orleans, a Jamaica Negro whole-plate tintype, trimmed; ca. 1871
by an unknown photographer The Historic New Orleans Collection

Processo Tecnico

Nel 1856, Hannibal L. Smith brevettò un processo che utilizzava una sottile lastra di ferro annerita (o giapponese) con asfalto come supporto per l’emulsione al collodio. Originariamente noto come ferrotype e poi pubblicizzato come melainotype, il processo divenne più popolare come tintype, un termine improprio dato che non veniva utilizzato stagno.

Per produrre un tintype:

  1. Pulizia della lastra di ferro giapponese: La lastra deve essere perfettamente pulita.
  2. Applicazione del collodio: Il collodio, una soluzione viscosa di nitrocellulosa disciolta in alcol ed etere, combinato con ioduro di potassio, viene versato sulla lastra metallica fino a coprirla uniformemente.
  3. Sensibilizzazione: La lastra viene immersa in una soluzione di nitrato d’argento, diventando sensibile alla luce quando l’argento si combina con lo iodio per formare ioduro d’argento all’interno dello strato di emulsione al collodio.
  4. Esposizione: La lastra sensibilizzata viene poi posizionata in una fotocamera ed esposta.
  5. Sviluppo: Dopo l’esposizione, la lastra viene sviluppata in acido pirogallico.
  6. Fissaggio: Un fissativo di tiosolfato di sodio (o ipo) è necessario per impedire ulteriori esposizioni.
  7. Lavaggio e asciugatura: La lastra viene poi lavata e asciugata.

Vantaggi e Utilizzi

I tintypes resero la fotografia di ritratto ampiamente accessibile. Essendo su metallo, erano molto più durevoli degli ambrotipi, permettendo di essere inviati per posta e portati con sé, attributi che li resero popolari durante la Guerra Civile.

Considerazioni Storiche

Il nome originale era “Melainotype”. Anche se non contenevano stagno, alcuni suggeriscono che il nome derivi dalle cesoie di stagno usate per separare le immagini dalla lastra intera, mentre altri ritengono che fosse un modo di dire per indicare un “metallo economico” (non argento).

Vantaggi per i Fotografi di Strada

Il processo attirò i fotografi di strada per diversi motivi:

  • Semplicità: Il processo era abbastanza semplice per avviare un’attività con poco capitale.
  • Rapidità: La base non aveva bisogno di asciugarsi e non era necessario alcun negativo, rendendolo un processo in un’unica fase.
  • Economia: Un tipico tintype costava tra 6d (2 1/2p) e 1 scellino (5p).
  • Robustezza: Più resistente degli ambrotipi, poteva essere facilmente trasportato, spedito o montato in un album.
  • Flessibilità del materiale: Poteva essere tagliato e inserito in medaglioni, spille, ecc.

Formati e Qualità

Il formato più comune era simile alla carte-de-visite, 2 1/4” x 3 1/2”, ma esistevano anche tintypes di dimensioni diverse. I più piccoli, chiamati “Little Gem”, avevano la dimensione di un francobollo e venivano realizzati su una singola lastra con una fotocamera a 12 o 16 lenti.

Declino e Eredità

I tintypes furono infine sostituiti dalle lastre a secco con emulsione di gelatina negli anni 1880, anche se i fotografi di strada in varie parti del mondo continuarono a usare questo processo fino agli anni 1950.

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