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John J. Griffin & Sons Ltd.

La storia dell’azienda che sarebbe diventata John J. Griffin & Sons Ltd. inizia nel lontano 1795 a Glasgow, Scozia, dove Joseph Griffin avviò un’attività commerciale sulla Nile Street. Fin dall’inizio, la visione imprenditoriale di Joseph Griffin si distinse per l’originale combinazione di due ambiti apparentemente distanti: la vendita di libri e quella di apparecchiature dedicate alla filosofia naturale e alla chimica. Questa peculiare fusione di interessi rifletteva perfettamente lo spirito illuministico di fine Settecento, in cui la divulgazione scientifica acquisiva sempre maggiore centralità nella cultura britannica.

L’attività familiare di Joseph Griffin si espanse intorno al 1805, quando il figlio maggiore Richard Thomas Griffin entrò nell’impresa. Seguendo la tradizione mercantile di Glasgow, che vedeva i giovani iniziare la propria carriera commerciale all’età di quindici anni, Richard venne introdotto nei meccanismi del business paterno, manifestando da subito una naturale inclinazione per il commercio librario. Circa dodici anni dopo, nel 1817, anche il secondogenito John Joseph Griffin, nato nel 1802, si unì all’attività di famiglia. Diversamente dal fratello, John Joseph mostrava una spiccata predilezione per le scienze, in particolare per la chimica, disciplina che aveva approfondito durante i suoi studi a Parigi e Heidelberg. Nonostante la formazione come libraio presso Tegg & Co. di Londra – esperienza pensata per potenziare il settore librario dell’azienda paterna – John Joseph rimase profondamente affascinato dalla componente scientifica dell’attività.

Intorno al 1820, con la probabile scomparsa del fondatore Joseph Griffin, l’azienda mutò la propria denominazione in “Richard Griffin and Co.”, ponendo Richard alla guida della ditta. Sotto la sua direzione, il business si orientò principalmente verso il commercio e l’editoria libraria, con sede al civico 75 di Hutcheson Street. Un’innovazione significativa introdotta in questo periodo fu la creazione della “Griffin’s Public Library”, una biblioteca su abbonamento che consentiva ai sottoscrittori di accedere e consultare le ultime pubblicazioni della casa editrice in un ambiente confortevole e culturalmente stimolante.

Nel 1828, la sede dell’azienda si spostò al numero 64 di Hutcheson Street, e la denominazione ufficiale divenne “Griffin, Richard & Co., Booksellers and Publishers, Public Library and Newsroom”, sottolineando la diversificazione delle attività. Un cambiamento drastico si verificò nel 1832, quando la prematura scomparsa di Richard Griffin portò John Joseph ad assumere la guida dell’azienda. Nello stesso periodo, Charles Griffin, figlio dodicenne di Richard, iniziò a collaborare con lo zio nella gestione dell’attività. Il 1832 segnò anche un momento importante nella vita personale di John Joseph, che sposò Mary Ann Holder, unione da cui nacquero ben dodici figli.

Il 1834 rappresentò un punto di svolta nella direzione aziendale, con John Joseph che, assecondando la sua passione per la chimica, intensificò gli sforzi per democratizzare lo studio di questa disciplina. Pubblicò il suo primo testo divulgativo, “Chemical Recreations: a popular manual of experimental chemistry”, opera che univa il rigore scientifico alla praticità didattica, riflettendo perfettamente la duplice anima dell’azienda Griffin: editoria e strumentazione scientifica.

Il vero ingresso nel mondo della fotografia avvenne nel 1839, in concomitanza con l’annuncio rivoluzionario di Louis Jacques Mandé Daguerre riguardo l’invenzione del dagherrotipo, il primo processo fotografico pratico. Con straordinaria tempestività, la Casa Griffin iniziò a fornire prodotti chimici, apparecchiature e materiali di consumo ai dagherrotipisti, intuendo le potenzialità commerciali della nascente arte fotografica. La struttura editoriale dell’azienda si rivelò particolarmente vantaggiosa in questa fase, permettendo a Griffin di includere i cataloghi fotografici come appendici ai volumi pubblicati. Un esempio significativo fu l’inserimento di un catalogo commerciale di John J. Griffin nella prestigiosa “Encyclopedia Metropolitana”, a complemento del pionieristico “Manual of photography” di Robert Hunt.

La crescente specializzazione dei due rami dell’azienda portò, nel 1842, a una decisione strategica: la separazione formale tra l’attività editoriale, che rimase sotto la guida di Charles, ormai cresciuto e competente nel settore, e l’attività legata agli strumenti scientifici e chimici, che John Joseph trasferì a Londra. La nuova sede londinese fu stabilita al civico 53 di Baker Street, a Postman Square, e battezzata “John J. Griffin & Co.“, mentre il ramo editoriale di Glasgow mantenne la denominazione “Richard Griffin & Co.”3. Questa biforcazione aziendale segnò l’inizio di una nuova era per entrambe le attività, permettendo a ciascuna di concentrarsi sulla propria area di competenza specifica e di sviluppare strategie commerciali mirate.

Nei sei anni successivi, entrambi i rami dell’azienda prosperarono nelle rispettive specializzazioni, fino a quando, nel 1848, si decise di trasferire completamente il centro operativo a Londra, pur mantenendo forti legami con Glasgow e la sua università3. Questo trasferimento rifletteva la crescente centralità di Londra come polo commerciale e scientifico dell’Impero Britannico, offrendo opportunità di espansione e visibilità che una città provinciale, per quanto prestigiosa come Glasgow, non poteva garantire.

L’era di John Joseph Griffin e l’ingresso nel settore fotografico (1842-1877)

Con il trasferimento a Londra e la formale separazione dal ramo editoriale, John Joseph Griffin poté dedicarsi pienamente allo sviluppo del commercio di strumentazione scientifica e materiali fotografici. Il periodo compreso tra il 1842 e il 1877 rappresenta l’era d’oro dell’influenza di John Joseph sul panorama scientifico e fotografico britannico, caratterizzata da un’espansione costante e da significative innovazioni tecniche.

La scelta di Londra come nuova sede centrale non fu casuale: la capitale britannica rappresentava un crocevia fondamentale per il commercio, la scienza e l’arte, offrendo un terreno fertile per la crescita di un’azienda che operava all’intersezione tra questi settori. La sede originaria al 53 di Baker Street permetteva a Griffin di trovarsi in una posizione strategica, vicina ai circoli scientifici e alle nascenti società fotografiche che stavano fiorendo nella Londra vittoriana.

Nel 1841, poco prima del trasferimento definitivo dell’azienda, John Joseph aveva fondato la “Chemical Society” con sede a Londra, istituzione che ottenne il riconoscimento ufficiale tramite Carta Reale nel 1848. Questo aspetto della sua attività evidenzia il ruolo di Griffin non solo come commerciante, ma anche come promotore della cultura scientifica. Il suo impegno nella divulgazione e nella standardizzazione delle pratiche chimiche influenzò profondamente anche il suo approccio al commercio fotografico, ambito in cui la precisione chimica risultava essenziale per il successo tecnico.

La divisione definitiva con il nipote Charles avvenne nel 1852, quando John Joseph mantenne la direzione esclusiva del ramo scientifico e fotografico londinese, e Charles assunse il controllo completo della casa editrice che prese il nome di “Charles Griffin & Co.”, diventando uno degli editori più influenti dell’epoca. Questa separazione definitiva permise a John Joseph di concentrarsi esclusivamente sul commercio di strumenti scientifici e materiali fotografici, settore che stava vivendo una rapida evoluzione.

La collocazione cronologica dell’attività di Griffin coincide con un periodo di straordinaria effervescenza nella storia della fotografia. Nei decenni 1840-1860, la fotografia passò attraverso molteplici rivoluzioni tecniche: dal dagherrotipo iniziale si passò al calotipo di Talbot, seguito dall’introduzione del processo al collodio umido nel 1851 e, successivamente, delle lastre a gelatina-bromuro d’argento negli anni ’70. In questa rapida evoluzione tecnica, Griffin seppe posizionarsi come fornitore affidabile e aggiornato, adattando costantemente il proprio catalogo alle nuove esigenze dei fotografi.

Il catalogo dell’azienda durante l’era di John Joseph era notevolmente diversificato, spaziando dai chimici essenziali per lo sviluppo fotografico (nitrato d’argento, acido gallico, acido pirogallico, iposolfito di sodio) agli strumenti di laboratorio (becker, provette, bilance di precisione), fino alle apparecchiature fotografiche vere e proprie. La Griffin non si limitava a commercializzare prodotti di altri fabbricanti, ma sviluppava anche formulazioni chimiche proprietarie e perfezionamenti tecnici che venivano comunicati attraverso i cataloghi e le pubblicazioni specializzate.

Una caratteristica distintiva dell’approccio commerciale di Griffin fu l’integrazione tra divulgazione tecnico-scientifica e vendita. Nel 1860, John Joseph pubblicò un’altra opera significativa, “Chemical Reactions: A Popular Manual of Experiemtnal Chemistry“, continuando la tradizione iniziata con il suo primo libro. Questi manuali non erano semplici veicoli pubblicitari, ma autentici strumenti didattici che contribuivano alla diffusione della conoscenza fotografica, pur indirizzando implicitamente i lettori verso i prodotti Griffin.

Intorno al 1861, si registra una partnership tra John Griffin e Bohn, con la formazione di “Griffin, Bohn & Co., Stationers’ Hall court”, che rappresentò un tentativo di espandere ulteriormente la portata commerciale dell’azienda nel settore della cancelleria e dei materiali per scrittura, complementari all’attività principale.

Durante gli anni ’60, l’azienda continuò ad evolversi, seguendo le rapide trasformazioni tecniche della fotografia. Con l’introduzione delle lastre a secco, che stavano gradualmente sostituendo il processo al collodio umido, Griffin ampliò il proprio catalogo per includere i nuovi materiali e le apparecchiature necessarie per questi processi innovativi. La sede aziendale venne trasferita al 22 di Garrick Street, Covent Garden, una posizione che mantenne fino alla fine degli anni ’90 dell’Ottocento.

Un aspetto particolarmente significativo dell’attività di Griffin fu la capacità di intrecciare relazioni commerciali con i principali innovatori del campo fotografico, sia britannici che internazionali. Questa rete di contatti gli permetteva di essere tra i primi a introdurre sul mercato britannico le novità tecniche sviluppate in Francia, Germania o Stati Uniti, svolgendo un ruolo fondamentale nella circolazione internazionale delle innovazioni fotografiche.

La lunga era di John Joseph Griffin alla guida dell’azienda si concluse il 9 giugno 1877, con la sua morte3. A quel punto, l’attività era solidamente stabilita al 22 di Garrick Street, Covent Garden, e rappresentava un punto di riferimento imprescindibile per il mondo fotografico britannico. La morte del fondatore non segnò tuttavia la fine dell’azienda, che continuò ad operare e svilupparsi sotto la guida dei suoi successori, mantenendo il nome e la reputazione costruita in decenni di attività.

L’eredità lasciata da John Joseph Griffin si estendeva ben oltre il semplice successo commerciale: la sua attività aveva contribuito in modo determinante alla democratizzazione e alla diffusione della fotografia nel Regno Unito, fornendo materiali di qualità e conoscenze tecniche a generazioni di fotografi, dagli albori del dagherrotipo fino all’era della fotografia su lastra secca.

Espansione e innovazione (1877-1900)

Il periodo successivo alla scomparsa di John Joseph Griffin, dal 1877 fino alla fine del XIX secolo, rappresenta una fase di significativa trasformazione ed espansione per l’azienda, che seppe adattarsi alle rapide evoluzioni tecnologiche e commerciali del settore fotografico. La transizione dalla guida del fondatore a quella dei suoi successori fu gestita con notevole efficacia, garantendo la continuità operativa e il mantenimento della reputazione costruita nei decenni precedenti.

Sebbene i dettagli precisi sulla successione aziendale siano frammentari nelle fonti storiche disponibili, è noto che l’attività proseguì con la denominazione “John J. Griffin & Sons“, suggerendo un coinvolgimento diretto dei figli del fondatore nella gestione dell’impresa1. La decisione di mantenere il nome originario dell’azienda rifletteva la volontà di capitalizzare sul prestigio e sulla riconoscibilità del marchio Griffin nel settore scientifico e fotografico britannico.

Gli anni ’80 dell’Ottocento coincisero con un periodo di profonda trasformazione nel panorama fotografico, caratterizzato dalla definitiva affermazione delle lastre a gelatina-bromuro d’argento (le cosiddette “lastre secche”) e dall’inizio della democratizzazione della fotografia amatoriale. In questo contesto dinamico, la Griffin seppe posizionarsi strategicamente, espandendo il proprio catalogo per includere i nuovi materiali e strumenti richiesti dalla clientela in evoluzione.

Un passaggio delicato nella storia aziendale è documentato nel marzo 1885, quando Charles Griffin, che gestiva il ramo editoriale separato dell’azienda, fu dichiarato fallito e successivamente liberato dai debiti. Sebbene questo evento riguardasse formalmente una società distinta, è possibile che abbia avuto ripercussioni indirette anche sul ramo fotografico e scientifico, data la persistenza di legami familiari e commerciali tra le due realtà.

Le fonti storiche menzionano che, intorno al 1890, Richard C. Murray assunse per un breve periodo la gestione del dipartimento fotografico della Griffin, mantenendo tale posizione fino al 1892 circa. Questo suggerisce l’esistenza di una struttura organizzativa sempre più articolata, con responsabili specifici per i diversi rami di attività dell’azienda. La specializzazione interna rifletteva la crescente complessità del mercato fotografico e la necessità di competenze tecniche settoriali sempre più approfondite.

Un cambiamento significativo nella strategia commerciale della Griffin si registra negli ultimi anni del XIX secolo, con un deciso ampliamento dell’impegno nel settore dei materiali fotografici sensibili. L’azienda, che aveva tradizionalmente privilegiato la fornitura di apparecchiature e prodotti chimici, iniziò a investire maggiormente nel campo delle carte fotografiche e dei materiali di stampa, intercettando una domanda in forte crescita1.

Nel 1898, l’azienda inaugurò una nuova fabbrica in Sardinia Street, nelle vicinanze di Lincoln’s Inn Fields a Londra, ampliando la propria capacità produttiva. Tale espansione strutturale coincise con lo spostamento della sede principale dal tradizionale indirizzo di Garrick Street al nuovo complesso, segnando un salto dimensionale significativo nelle operazioni dell’azienda.

Lo stesso anno vide un’innovazione fondamentale nel catalogo Griffin: l’introduzione sul mercato europeo della carta Velox, un prodotto rivoluzionario per la stampa fotografica3. La Velox, inventata dal chimico belga-americano Leo Baekeland nel 1893 e originariamente commercializzata dalla sua Nepera Chemical Company di Yonkers, New York, rappresentava la prima carta fotografica che poteva essere stampata con la luce artificiale, senza necessità di luce solare o diurna. Questo materiale, che George Eastman avrebbe definito “la prima delle vere carte a luce di gas” (gaslight papers), si rivelò ideale per i fotografi amatoriali, permettendo la stampa in qualsiasi condizione di illuminazione e in qualsiasi momento della giornata.

La distribuzione della Velox da parte di Griffin testimonia la capacità dell’azienda di identificare e introdurre sul mercato britannico le innovazioni tecniche più significative sviluppate oltreoceano. Sebbene le fonti non chiariscano completamente la natura dell’accordo commerciale, è probabile che la Griffin avesse stipulato un contratto di distribuzione esclusiva con la Nepera Chemical Company o, dopo il 1898-99, direttamente con la Eastman Kodak, che nel frattempo aveva acquisito i diritti del prodotto da Baekeland.

La Velox era disponibile in quattro varianti principali, ciascuna con caratteristiche tecniche specifiche: “Carbon Velox” per una finitura opaca, “Glossy Velox” per una superficie smaltata, “Special Glossy” per effetti morbidi e “Rough Velox” per effetti naturalistici. Questa diversificazione del prodotto permetteva ai fotografi di scegliere il supporto più adatto alle proprie esigenze espressive e tecniche, ampliando notevolmente le possibilità creative della stampa fotografica amatoriale.

La specificità tecnica della Velox risiedeva nel suo processo di sviluppo estremamente lento a base di cloruro d’argento, significativamente più lento rispetto alle carte al bromuro tradizionali3. Questa caratteristica consentiva di manipolare il materiale senza necessità di una camera oscura completa o di vetri colorati per filtrare la luce, semplificando notevolmente il processo di stampa per i fotografi non professionisti. L’introduzione di questa carta segna un momento fondamentale nella democratizzazione della fotografia amatoriale, rendendo accessibile la stampa domestica a una fascia molto più ampia di appassionati.

Sempre nel 1898, la Griffin ampliò ulteriormente la propria presenza nel settore delle carte sensibili, rilevando l’attività di produzione di carta sensibilizzata di J.D. Mucklow1. Quest’acquisizione strategica permise all’azienda di diversificare la propria offerta nel campo dei materiali di stampa, continuando a produrre anche la tradizionale carta all’albumina accanto ai nuovi prodotti come la Velox.

Il periodo di fine secolo vide anche un’evoluzione della struttura societaria dell’azienda, che intorno al 1890 assunse la denominazione “John J. Griffin & Sons Ltd.“, trasformandosi formalmente in una società a responsabilità limitata. Questa trasformazione rifletteva la crescita dimensionale dell’attività e la necessità di una struttura giuridica più adeguata a gestire il volume d’affari in espansione.

Gli ultimi anni del XIX secolo rappresentarono quindi un momento di profonda trasformazione e crescita per la Griffin, che seppe cogliere le opportunità offerte dalla rapida evoluzione del mercato fotografico. L’azienda, che era nata come fornitore di apparecchiature scientifiche e chimiche per dagherrotipisti, si stava gradualmente trasformando in un operatore integrato nel settore fotografico, capace di offrire l’intera gamma di prodotti necessari alla pratica fotografica, dalle apparecchiature ai materiali sensibili, dai prodotti chimici agli accessori.

Prodotti e contributi tecnici alla fotografia

Il patrimonio tecnico e produttivo sviluppato dalla John J. Griffin & Sons Ltd. nel corso della sua lunga storia costituisce un elemento fondamentale per comprendere l’evoluzione della tecnologia fotografica tra XIX e XX secolo. L’azienda, passando da fornitore di chimici per dagherrotipisti a produttore integrato di materiali fotografici, ha contribuito significativamente all’avanzamento tecnico e alla diffusione della pratica fotografica, sia professionale che amatoriale.

La produzione Griffin può essere analizzata seguendo le principali categorie merceologiche che hanno caratterizzato il suo catalogo: apparecchiature fotografiche, materiali sensibili, prodotti chimici e accessori di laboratorio. Questa diversificazione produttiva rifletteva la complessità tecnica della pratica fotografica ottocentesca, che richiedeva competenze multidisciplinari e un’ampia gamma di materiali specializzati.

Nel campo delle apparecchiature fotografiche, la Griffin non si distinse inizialmente come produttore di fotocamere, concentrandosi piuttosto sulla fornitura di componenti e accessori per apparecchi prodotti da altri fabbricanti specializzati. Tuttavia, all’inizio del XX secolo, l’azienda lanciò una linea di fotocamere innovative denominate “Pocket Cyko“, il cui nome suggeriva la facilità d’uso (“easy”) e la portabilità3. Queste fotocamere, probabilmente progettate direttamente dalla Griffin, presentavano caratteristiche tecniche all’avanguardia, in particolare una struttura realizzata interamente in alluminio che permetteva un ripiegamento a libro, trasformando l’apparecchio in una scatola piatta e facilmente trasportabile3. L’impiego dell’alluminio, materiale relativamente nuovo per le applicazioni fotografiche, evidenziava l’approccio innovativo dell’azienda, che sfruttava i progressi della metallurgia per migliorare la praticità e la portabilità degli apparecchi fotografici.

I modelli Pocket Cyko rappresentavano la risposta della Griffin alla crescente domanda di fotocamere compatte e maneggevoli, adatte all’uso amatoriale e turistico. La scelta di puntare sulla leggerezza e sulla compattezza rifletteva l’evoluzione del mercato fotografico di inizio Novecento, sempre più orientato verso un’utenza non professionale che privilegiava la praticità rispetto alla complessità tecnica degli apparecchi professionali.

Nel settore dei materiali sensibili, il contributo più significativo della Griffin fu l’introduzione e la diffusione della carta Velox, come già menzionato. Questo prodotto rappresentò un punto di svolta nella pratica fotografica amatoriale, consentendo la stampa fotografica in condizioni di luce artificiale e rendendo più accessibile la fotografia a un pubblico più ampio.

prodotti chimici costituivano un’altra area di specializzazione dell’azienda. La Griffin forniva una vasta gamma di sostanze chimiche essenziali per il processo fotografico, tra cui nitrato d’argento, acido gallico, acido pirogallico e iposolfito di sodio. Questi prodotti erano spesso formulati in modo specifico per garantire la massima qualità e stabilità, riflettendo l’esperienza chimica acquisita dall’azienda fin dagli anni ’30 dell’Ottocento.

Gli accessori di laboratorio erano un ulteriore pilastro dell’offerta Griffin. La ditta forniva una varietà di strumenti e attrezzature necessari per il trattamento delle immagini, come becker, provette, bilance di precisione e apparecchi per la preparazione delle soluzioni chimiche. Questi prodotti erano progettati per soddisfare le esigenze sia dei fotografi professionisti che di quelli amatoriali, contribuendo a standardizzare le pratiche di laboratorio e a migliorare la qualità complessiva delle stampe fotografiche.

La capacità della Griffin di adattarsi alle nuove tecnologie e di offrire prodotti innovativi ha permesso all’azienda di mantenere una posizione di rilievo nel mercato fotografico britannico e internazionale per oltre un secolo. La sua eredità tecnica e commerciale continua a essere riconosciuta dagli storici della fotografia come un contributo fondamentale allo sviluppo di questa arte e tecnologia.

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